Riassunto del manuale di didattica generale, che si occupa di tracciare le linee di intervento di questa disciplina, declinandole nella specificità del sistema scolastico italiano odierno. Identificati i punti nodali sui quali occorre lavorare per puntare a un indispensabile miglioramento della scuola.
Didattica generale
di Antonella Bastone
Riassunto del manuale di didattica generale, che si occupa di tracciare le linee
di intervento di questa disciplina, declinandole nella specificità del sistema
scolastico italiano odierno. Identificati i punti nodali sui quali occorre lavorare
per puntare a un indispensabile miglioramento della scuola.
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Scienze della Formazione
Corso: Scienze dell’Educazione
Esame: Didattica generale
Docente: Orfeo Azzolini
Titolo del libro: Manuale di didattica generale
Autore del libro: Franco Frabboni
Editore: Laterza1. Tre immagini negative dell'infanzia nel nostro paese
Sensibilizzazione dell’opinione pubblica del nostro paese perché prenda coscienza che oggi l’infanzia
rischia di tramontare e scomparire dalla cultura contemporanea, risulta derubata del suo diritto di essere
soggetto esistenziale e storico (bambino costretto ad indossare una pelle non sua che ostacola qualsiasi
progetto pedagogico di emancipazione/liberazione.
1. L’infanzia dimezzata. Ovvero il bambino fuori gioco: emarginazione/esclusione dell’infanzia va
addebitata al suo essere letta e scritta altrove: è decifrata dentro la società dei grandi, ma solo come infanzia
domestica ( bambino considerato socialmente nei panni particolaristici: il mio, il tuo bambino) + è narrata
nell’universo dei circuiti massmediologici dove il bambino = spettacolo (immagine retorica, agiografica,
inesistente consegnata dai seriale e spot televisivi = infanzia di celluloide). Identikit di un’infanzia
ideologizzata nel privato e nei consumi che ha favorito il moltiplicarsi di un modello di bambino ad una
dimensione (sentimento, immagine, consumo e non creatività, pensiero, conoscenza). Infanzia dimezzata
perché tutta corpo e niente testa, tesi anticognitivista che penalizza il loro diritto inalienabile di autonomia
intellettuale, bambino costretto a nascondere i propri potenziali cognitivi + infanzia disarmata (facile
conformismo, omologazione dei comportamenti sociali divulgati dai mass media)
2. Infanzia schizofrenica. Ovvero il bambino che si perde nel bosco. Cosa significa essere bambino nel
2000? L’infanzia contemporanea è come gettata tra 2 mondi, costretta schizofrenicamente a respirare 2
atmosfere (sdoppiata e dissociata) perché continuamente posta di fronte a 2 schermi che proiettano
immagini, linguaggi, modelli assai diversi tra loro = il bambino, di fronte ai martellanti meccanismi di
identificazione/modellamento che società e scuola gli impongono, rischia di smarrirsi come in boschi
inestricabili, facendosi catturare dalle ideologie sottese nei serial di vita che gli si trasmette + infanzia
sprovvista delle grammatiche di decifrazione dei mondi quotidiani in cui vive. Gli si forniscono “occhiali
inadeguati dalla società”: lenti non sintonizzabili ai suoi liv di comprensione (col risultato di vedere confuso
e sdoppiato, incapacità di ricomporre il complesso universo di esperienze) oppure “occhiali sprovvisti di
lenti” (i modelli etici e civili proposti dalla scuola sono lontanissimi dal XXI secolo, scenario esistenziale
oggi anacronistico e tramontato)
3. l’infanzia invisibile. Ovvero il bambino senza le chiavi della città: nuovi paesaggi del villaggio globale
stanno profondamente modificando il volto e l’identità culturale di famiglia e scuola, queste tradizionali
agenzie formative si trovano in compagni di nuovi presenzialismi culturali, alcuni intenzionalmente
educativi (enti locali, associazionismo) altri non perché subordinati al mercato e consumi di massa. La città
sta dilatando a dismisura il raggio delle offerte formative, da quelle disinteressate/ a progetto (promosse da
famiglia, scuola, enti locali) a quelle a pagamento/di mercato (massmedia) = ramificazione policentrica
dell’educativo (potrebbe portare a una fecondità pedagogica, come risposta alla crescente mobilità dei
bisogni, la città offre una rete diversificata di opportunità e luoghi formativi). In realtà, dissolvenza di questa
irrefrenabile linea di tendenza culturale, politica dimissionaria dello stato nei confronti del so compito di
direzione dello sviluppo sociale, economico, culturale del paese, stato che abbandona la guida
dell’emancipazione culturale della sua collettività (per es. non regolamenta la quantità/qualità delle info di
massa, non riforma la scuola alle esigenze sociali) = provoca un indebolimento e marginalizzazione del
quadrilatero delle agenzie intenzionalmente educative (famiglia + scuola + enti locali + associazionismo).
Così si profila un’infanzia pallida e muta, rinchiusa nei t e spazi e consumi di mercato (desaparacida = senza
le chiavi della città). Il bambino è visibile solo nelle gabbie specializzate e ultraistituzionali (davanti alla
TV, banco di scuola, attività pomeridiane). Nella città dei consumi il bambino diventa prodotto della
Antonella Bastone Sezione Appunti
Didattica generale mercificazione contemporanea a cui sono strappati i suoi diritti fondamentali:
socializzazione/comunicazione, autonomia, movimento, conoscenza, fantasia, cooperazione/solidarietà.
Antonella Bastone Sezione Appunti
Didattica generale 2. Tre immagini positive dell'infanzia da ricreare oggi
Di fronte al tragico naufragio del pensiero e creatività del bambino, appello pedagogico che chiama famiglia
e scuola a progettare una nuova immagine di bambino = ricomparsa dell’infanzia come bambino della
ragione.
1. Il bambino ecologico. Ovvero l’infanzia a + dimensioni: che vive dentro un’antropologia territoriale
(linguaggi, costumi, valori) che ne ritaglia il volto storico/culturale, un’infanzia che entra finalmente nella
storia, coi suoi diritti inalienabili di cittadinanza. Bambino come soggettisociale, dotato di 3 zaini
socioculturali: per la conoscenza dei territori quotidiani di esperienza domestica/scolastica; ricerca e
valorizzazione delle esperienze esistenziali che la società tende a marginalizzare sotto la spinta delle logiche
omologanti del mercato; per relazioni sociali
2. il bambino omerico. Ovvero quando l’infanzia incontra le colonne d’Ercole: piccolo Ulisse che sfida e
trascende le colonne d’Ercole con un’inesauribile voglia di sconoscere il suo universo esistenziale. Bambino
serio, concentrato, impegnato ad ingrandire da solo i propri orizzonti di conoscenza tramite un’incessante
attività esplorativa e sceglie autonomamente i propri percorsi formativi.
3. il bambino ritrovato. Ovvero l’infanzia diventa città: l’ente locale scommette sulle agenzie
intenzionalmente formative, il mercato dell’info può essere regolamentato da un ente locale capace di
governare e gestire la complessa rete di risorse e opportunità culturali di cui dispone un territorio, esso deve
promuovere un sistema formativo integrato che sappia chiamare a raccolta tutti i soggetti istituzionali
impegnati a dare risposte pedagogiche per discutere e decidere interventi coordinati e congiunti = alleanza
pedagogica capace di rifornire l’infanzia di occasioni e risorse educative in grado di elevare la qualità della
vita in città
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Didattica generale 3. Dalla scuola del caso alla scuola del progetto
La scuola si presenta come un giocattolo culturale rotto nei suoi gradi interni e in relazione alle altre agenzie
formative = discontinuità che colpisce l’integrazione e unitarietà dei cicli scolastici (longitudinale) +
raccordo formativo tra saperi del dentro e fuori scuola (trasversale). Condizione di isolamento e separazione
dalla società che provoca improduttività delle conoscenze, la scuola produce un’istruzione non + spendibile
nella società che dispone di merci culturali molto + avanzati dei suoi alfabeti e saperi.
1. il vagone lento del convoglio sociale: 2 carte perdenti della scuola di oggi: raffigura un modello di
socializzazione obsoleto e fuori dal t (difficile reciprocità con ambiente ext, non si presenta come filtro
formativo nel repertorio dei comportamenti sociali, non è in grado di preparare un uomo sociale dotato di
quegli strumenti interattivi che gli permettono di essere un attivo protagonista storico-sociale) + raffigura un
modello di inculturazione fuori corso (cumulo di conoscenze inattuali, immobilità e improduttività culturale)
= appello pedagogico: impegnare sollecitamente la coscienza della collettività sociale a saper cogliere il
senso politico di questa persistente collocazione della scuola nella propria stagione storica. Praticare saperi
fuori corso rispetto ai nuovi coniati dalla ricerca scientifica e cultura elettronica significa abdicare al proprio
compito istituzionale di agenzia di acculturazione democratica.
2. se la scuola va a 2 cilindri (inattualità e anacronismo): trionfa ancora l’istruzione come riproduzione delle
conoscenze + primato dei saperi freddi (mediati, indiretti, depositari, senza contatto con realtà) + mode
didattiche (scuola che accusa diffusi coefficienti di nozionismo, enciclopedismo, verbalismo = macchina
inadeguata per fornire all’allievo la capacità di vedere autonomamente il mondo e pensare con propria testa).
Cultura disattenta ai fermenti del nostro secolo che sterilizza ogni forma di rielaborazione personale
dell’allievo.prospettiva culturale de-futurizzata che preclude alla scuola la possibilità di avventurarsi sul
domani. Necessità di un’altra istruzione di base tale da assicurare all’utenza il maper delle opportunità
cognitive, garantendo a tutti gli strumenti di comprensione, partecipazione al tessuto sociale in continuo
cambiamento.
3. la scuola NO: separata e solitaria. 2 malattie antiche: separazione dall’ambiente esterno (istituzione isolata
e segregante, separata dal territorio socioculturale, rottura culturale tra i saperi del dentro/fuori, provoca
blocchi cognitivi nell’allievo perché produce saperi estranei alla vita quotidiana) e isolamento didattico del
docente dagli altri docenti (modello dominante della professionalità docente è individualistico)
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Didattica generale 4. Tre soluzioni correttive per la scuola oggi
soluzioni correttive che permettano di costruire un progetto-scuola che le assegni una centralità culturale e
formativa.
1. una scuola locomotiva del sistema formativo: democratica + pubblica + euristica (può contribuire a un
governo democratico)
2. quando la scuola si fidanza con la ricerca e sperimentazione: sdogmatizza la conoscenza e adegua ai
bisogni reali dell’allievo. La ricerca consente di assumere il modello pedagogico razionalista e
problematicista (postula che gli oggetti empirici della sua ricognizione critica teorizzino la
conoscibilità/progettualità dell’allievo in prospettiva educativa). Necessità di una pedagogia e scuola come
sistema di assunti teorici e itinerari formativi interessati a teorizzare e realizzare processi di elevata qualità
formativa, equipaggiate di procedure scientifiche ed empiriche. La sperimentazione rifiuta qualsiasi vincolo
a metodi storicamente datati, inevitabilmente sfasati nei confronti della complessa rete di variabili educative
che intralciano gli itinerari ipotizzati dall’insegnante. Adottare un modello pedagogico in grado di tener
conto continuamente delle ragioni motivazionali del soggetto che apprende e delle ragioni culturali
dell’oggetto di conoscenza. Duplice obiettivo: valorizzare bisogni/attitudini/aspirazioni dell’alunno
storicamente definito + le strutture cognitive/formative del curricolo centrato sui processi di maturazione
sociale e culturale dell’infanzia.
Per una scuola a nuovo indirizzo
Progetto/scuola come attento interprete delle complesse domande di istruzione e cultura di questa stagione
storica e dei diritti di conoscenza e creatività di un’infanzia nel pianeta dell’info elettronica e
computerizzata.
Nuovo modello chiamato a:
- sul piano pedagogico: sostenere lo sviluppo di una scuola pubblica, colta, competitiva nei confronti della
privata e agenzie extrascolastiche + stipulare un’alleanza con queste ultime per arginare l’aggressiva
avanzata de mercato elettronico
- moltiplicare le occasioni di interconnessione e apertura con l’ambiente esterno + contrastare la
concezione individualistica dell’insegnamento (lavoro d’equipe)
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Didattica generale 5. 2001: il secolo della didattica
La società contemporanea è caratterizzata da mutamento – complessità – transizione. Pone al centro
l’avvento e il primato dell’economia immateriale (triangolo economico di mezzi di produzione + mercato +
consumi) filtrato da automazione elettronica. Il risultato è diffusione in ogni angolo del pianeta di
un’enorme quantità di info e conoscenza verso:
- pubblici tradizionali: il sistema formativo ha allargato i contesti della trasmissione culturale: sistema
formale (scuola), non formale (agenzie intenzionalmente informative) e informale (massmedia, sef service,
formativo a pagamento)
- pubblici nuovi (postscolastici): prospettiva formativa che va oltre l’età scolastica, modello di educazione
permanente, una scuola per tutta la vita capace di dare risposte al crescente bisogno di conoscenza
proveniente da ogni età generazionale
il XX secolo è stato il secolo della pedagogia, il XXI sarà quello della didattica, frutto di 2 processi di
liberazione culturale e affrancamento epistemologico: nel XX secolo la pedagogia si è svincolata dalla
filosofia, nel prossimo la didattica dovrà liberarsi dalla pedagogia. Il limite della pedagogia è che, dopo aver
fondato un’autonoma teoria/prassi, si è rivolta solo all’universo teoretico, delegando alla didattica la prassi
(il versante operativo dei processi formativi).
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Didattica generale 6. La didattica: ramo autonomo nell’albero delle scienze
dell’educazione
Didattica come ramo autorevole dell’albero delle scienze dell’educazione, corredata di propri oggetti di
riflessione teorica e progettazione empirica. Nel 900 immagine della didattica come scientificamente non
spendibile, fuori corso, la causa è la pedagogia (ideologica, ascientifica, metafisica che professa ancora la
scissione epistemologia tra teoria/prassi), ha marginalizzato la didattica a mera prassi.
La conseguenza è considerare la didattica come priva di formalizzazione scientifica (quasi un’arte, talento
innato del docente). Contro la didattica si pone la concezione dell’inconoscibilità dell’allievo, così si ottiene
solo una didattica casualistica. La didattica genera una professionalità docente asettica e rinunciataria, di
basso profilo etico-politico, disimpegnato culturalmente di fronte ai processi di alfabetizzazione che la
scuola è chiamata a innescare per rispondere all’omologazione dell’odierna cultura.
La causa è la pedagogia figlia della filosofia idealistica: interessi solo assiomatico-ideologici, ma
disinteressata ai fatti educativi = una pedagogia che enfatizza gli assunti responsabili della scissione
teoria/prassi e della rinuncia della prassi che viene consegnata alla didattica, perciò didattica preclusa nella
mera pratica educativa + le è precluso il diritto di un’autonoma teoria/prassi.
Una scienza che già c’è
Legittimazione della didattica sia sul fronte teorico che pratico, una didattica scientifica può essere garantita
da una metodologia induttiva (i fatti educativi precedono la teoria, la generalizzazione teoretica è possibile a
partire dai fatti, didattica come sintesi a posteriori dei fatti educativi) o deduttiva (la teoria precede i fatti
educativi, didattica come sintesi a priori abilitata ad analizzare e interpretare i fatti educativi).
Le esperienze/fatti devono essere preparati teoricamente attraverso un sistema di ipotesi (modello
razionalista, empirico-induttivo). La didattica deve vestirsi di 2 abiti: epistemologico (teoria-prassi che la
svincoli dalla mera prassi) e metodologico (metodologia della ricerca educativa in direzione prassi-
teoriaprassi).
I processi di apprendimento/insegnamento caratterizzati da istruzione (trasmissione/acquisizione degli
alfabeti di base, mira alla padronanza degli strumenti del conoscere e capire), ricerca (offre opportunità di
svolgere supplementi d’indagine sulle info raccolte, itinerari metacognitivi che insegnano a imparare a
imparare), creatività (attività di ritrascrizione e reinventazione personale dei materiali cognitivi raccolti ed
elaborati durante la ricerca).
Antonella Bastone Sezione Appunti
Didattica generale